Tuffi

Dallapè e Cagnotto a Rio per la Coppa del Mondo

Virus Zika, gli Stati Uniti avvertono i loro atleti: “Coloro che non se la sentiranno di andare alle Olimpiadi in Brasile potranno restare a casa”. Ormai l’allarme Zika è ai massimi livelli in America Latina, e mancano solo sei mesi alla cerimonia di apertura dei Giochi 2016.
La questione però non preoccupa le beniamine dei tuffi Francesca Dallapé e Tania Cagnotto che proprio a Rio, dal 19 al 24 febbraio, parteciperanno (all’Acquatic Centre, struttura all’aperto che ad agosto ospiterà le Olimpiadi) alla Coppa del Mondo di tuffi che qualificherà ai Giochi. Un evento che, nel pieno della epidemia, vedrà una grande partecipazione in quanto sono in palio ben 136 carte olimpiche per le prove individuali maschile e femminile e per quelle sincronizzate. In chiave olimpica già staccati due pass con Tania Cagnotto dai tre metri (campionessa europea e bronzo ai Mondiali di Kazan) e Noemi Batki dalla piattaforma (finalista ai Mondiali di Kazan). Il regolamento prevede che si qualificano alle Olimpiadi i primi 18 atleti per ogni singola disciplina, che tradotto in termini pratici significa entrare in semifinale. Per i tuffi sincronizzati si qualificano le prime quattro coppie.

Dall’Italia partiranno nove atleti, tra i quali Tania Cagnotto e Francesca Dallapè. Il Coni da tempo lavora sul tema Zika, seguendo una linea di condotta precisa: niente allarmismi ma serve prevenzione. Il Comitato olimpico guidato da Giovanni Malagò opera a stretto contatto con l’istituto di epidemiologia dello Spallanzani di Roma. Come in Italia, anche negli Stati Uniti “si sta monitorando la situazione con le autoritò sanitarie e in contatto costante” con il Comitato olimpico internazionale (Cio), gli organizzatori di Rio 2016 e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

L’attenzione è rivolta ovviamente soprattutto alle donne, dato che gli effetti più gravi del virus finora si sono avuti sui nascituri. “Una delle cose che è stata detta” nella riunione del comitato olimpico americano con le varie federazioni “è che le donne che potrebbero essere incinta o che pensano di volerlo restare non dovrebbero andare” ha fatto sapere un ex atleta olimpico che ha partecipato alla conference call. I dubbi e le paure, in questi mesi di avvicinamento ai Giochi, non mancheranno.

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